Due famose vere da pozzo veneziane in marmo
Vera da pozzo della Cà d’oro: una delle più famose e suggestive
Una tra le più belle e inconfondibili vere da pozzo della città di Venezia è stata realizzata nel 1427 in marmo Rosso Verona da Bartolomeo Bon: scultore e architetto del rinascimento veneziano. Può essere ammirata nel cortile del famoso palazzo Ca’ d’Oro, affacciato sul Canal Grande, così chiamato per gli ornamenti ricoperti d’oro presenti in origine sulla facciata. Ha la forma di un capitello con foglie d’acanto decorative, teste maschili scolpite sui quattro angoli scantonati e tre rilievi di figure allegoriche femminili, affiancate da leoni, che raffigurano le tre virtù teologali: Fede, Speranza e Carità.
A metà dell’Ottocento, durante alcuni terribili lavori di restauro, curati dall’architetto Meduna, molti elementi lapidei presenti nel palazzo sono stati distrutti o, come nel caso della vera, venduti al mercato dell’antiquariato. Il barone Giorgio Franchetti, dopo aver acquistato l’edificio nel 1894, ha iniziato a restaurarlo per rimediare ai disastri del Meduna mettendosi a cercare anche la vera da pozzo perduta. Dopo anni di ricerche e ingenti spese economiche, il prestigioso capolavoro recuperato a Parigi è tornato finalmente al suo posto e può essere ammirato ancor oggi in tutta la sua bellezza davanti al magnifico portico gotico.
Vera da pozzo di Campo San Francesco della Vigna dipinta da Canaletto e Guardi
La vera da pozzo di Campo San Francesco della Vigna è una classica opera in pietra del 1500 ed è posizionata davanti all’omonima Chiesa dei francescani che hanno lasciato la loro testimonianza con il rilievo di San Francesco che riceve le stimmate scolpito su uno dei lati del puteale.
Campo San Francesco era un luogo molto importante e centrale nella vita dei veneziani e sembra ci sia stato uno straordinario legame storico con la famiglia dei Vecellio e la comunità del Cadore. Essendo collegato direttamente alla laguna aperta, già in passato era un comodo punto di attracco.
Dal 1534 Tiziano Vecellio, famoso pittore italiano e importante esponente della Scuola Veneziana, si è assicurato più volte l’appalto per l’approdo, lo stoccaggio e il commercio del legname proveniente dal Cadore. Egli ha inoltre contribuito alla scelta di affidare ad Andrea Palladio la realizzazione della facciata della Chiesa di San Francesco.
La presenza del pozzo in quest’area e del suo effettivo utilizzo è testimoniata anche nei dipinti di due famosi pittori vedutisti del Settecento, cittadini della Repubblica di Venezia: il Canaletto e Francesco Guardi. Pur con stili differenti, entrambi sono diventati celebri per aver immortalato molte vedute di Venezia salvaguardando così un prezioso patrimonio storico, artistico e culturale della città.
Canaletto con il suo stile fantasioso, confondendo realtà e finzione, ha contribuito a diffondere in tutta Europa il mito della città di Venezia; era molto apprezzato all’estero soprattutto in Inghilterra dove visse una decina d’anni. Ancor oggi nella National Gallery di Londra sono esposte alcune sue opere, tra le quali il Cortile dello scalpellino dove è ritratto il Campo San Vidal a Venezia con una bottega temporanea di scalpellini intenti alla lavorazione di tipici manufatti in pietra durante le opere di ricostruzione.
Il Guardi invece ha interpretato la realtà raffigurandola in maniera più soggettiva e romantica.
Purtroppo nel 1840, la costruzione del gasometro da parte del governo austriaco, ha di fatto permesso di illuminare Piazza San Marco ma allo stesso tempo ha portato alla scomparsa del prezioso manufatto tra le sterpaglie, dietro al muro che delimitava l’area.
Nel 1970 tale impianto è stato dismesso poi abbandonato; solo nel 2020 durante i lavori di bonifica la vera da pozzo è stata riscoperta.
Anche noi di Arte 2000, siamo affascinati dalla bellezza delle opere veneziane e nel corso degli anni, abbiamo realizzato molte vere da pozzo ispirate ai modelli antichi. Nella sezione del nostro sito gallery/ambienti esterni potete vedere alcune nostre opere in esemplare unico fatte a mano, con la preziosa finitura “consumato dal tempo”.
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